domenica 31 marzo 2013

DEPRESSIONE PRIMAVERILE O STAGIONALE (SEASONAL AFFECTIVE DISORDER)


La depressione primaverile o stagionale (scientificamente detta seasonal affective disorder) e l'irrompere di episodi di ansia, irritabilità e cambi repentini d'umore, al cambio di stagione.
La depressione è sempre in agguato ed alcune stagioni sono più rischiose di altre fra queste sicuramente la primavera.
Il picco di tale tipo di depressione si ha tra Aprile e Maggio e determina ansia, irritabilità, stanchezza, mal di testa e insonnia. Nonostante sia coinvolto un alto numero di persone  il Sad (seasonal affective disorder), è difficilmente diagnosticato. Il seasonal affective disorder infatti è una delle forme meno conosciute di depressione ed è  poco diagnosticata dagli addetti ai lavori soprattutto i medici di famiglia.
La causa del disturbo è legata alle variazioni notte-giorno ed ha una motivazione scientifica. Infatti i cambiamenti luce-buio possono influenzare la produzione di neurotrasmettitori, come la serotonina, e di ormoni come la melatonina, entrambi fondamentali per la regolazione dell'umore.
Ma il Sad può essere un vero e proprio problema. Infatti, se diventa cronico può determinare l’insorgenza di altri disturbi psicologici o di problemi come l’alcolismo e la tossicodipendenza.
Il Sad non è da sottovalutare e scopo della ricerca su questo disturbo  è arrivare a individuare cure mirate per ciascun paziente, con un occhio anche alla genetica e ai farmaci in grado di agire sui ritmi biologici (dal sonno, all'appetito, fino all'attività sessuale). La psicoterapia può aiutare a prendere consapevolezza di essere affetti da tale disturbo ed aiutare a regolare e stabilizzare i ritmi biologici alterati riducendo l'uso di farmaci e nei casi più lievi addirittura evitandoli.

sabato 23 marzo 2013

LA SINDROME DI PETER PAN O NANOTENIA PSICHICA


La sindrome di Peter Pan è una condizione psicologica non classificata come disturbo mentale. In realtà si chiama nanotenia psichica e rientra nella casistica dei disturbi da immaturità psicoaffettiva. Infatti, come il personaggio della nota fiaba, che si rifiutava di crescere, chi è affetto da questa sindrome, anche se è già adulto, in varie situazioni della vita tende ad assumere degli atteggiamenti da bambino o adolescente. La sindrome di Peter Pan è un disturbo serio e su cui non si scherza perchè in grado di provocare enormi disagi e sofferenze. La persona affetta da questa sindrome è generalmente molto intelligente, brillante, affascinante, a volte anche ben inserita nel lavoro, ma totalmente incapace di amare e di coltivare relazioni profonde ed autentiche. Il Peter Pan sa socializzare molto bene, ma non sa relazionare affatto. Nella relazione con gli altri cerca sempre di primeggiare o di stare al centro dell'attenzione. E' in grado di vivere delle strepitose passioni sessuali, salvo diventare freddino quando si impelaga in relazioni serie. L'immaturità psicoaffettiva è destinata ad aggravarsi con il passare degli anni, perchè la crescita costituisce il disadattamento più grave per il Peter Pan. Infatti, alla base della sindrome omonima c'è un profondo rifiuto di crescere. Si tratta di una condizione naturalmente inconscia, che lavora al di sotto della coscienza dell'individuo, ma che provoca grande sofferenza. Il Peter Pan, infatti, proprio come un bambino, è portato a guardare solo al lato divertente e positivo della vita, sfuggendo a quello negativo. Per non soffrire, evita. E cosa evita? Le scomodità, le responsabilità, il rischio. Tutte cose che si affrontano per crescere. Quando gli eventi dolorosi o negativi della vita gli si presentano comunque, il Peter Pan può reagire con rabbia, frustrazione o totale rifiuto dell'evento che lo porterà a sviluppare dei sintomi fisici o psichici, come cefalee, mal di stomaco, ansia, depressione, Doc, sbalzi di umore. Possono cadere in depressione ogni volta che devono incontrarsi con i parenti o assumere delle responsablità troppo gravose all'interno della famiglia. In questi casi non serve uscire dal disturbo fisico o psicologico, ma dalla sindrome che li ha determinati.  Il Peter Pan è vittima di uno schema errato: è come se tenesse in vita un ruolo che appartiene al passato. Si sente bimbo o figlio, anche quando dovrebbe sentirsi adulto. E' come se la sua mente fosse rimasta "congelata" nel passato. E' chiaro che una persona con uno schema emotivo infantile non avrà alcuna capacità di adattamento ai normali cambiamenti richiesti dalle varie fasi della vita. Per lui sarà faticoso adattarsi al ruolo di marito, moglie o genitore o nonno, ad esempio, perchè lo schema emotivo che guiderà le sue azioni, i suoi comportamenti e le sue reazioni, sarà sempre quello di quando era bambino. Ecco perchè il Peter Pan si trova a suo agio solo nelle situazioni in cui può primeggiare(anche nel lavoro) o non deve assumersi alcuna responsabilità ( vedi relazioni sentimentali non impegnative). Impegno e responsabilità, specie nei confronti degli altri, sono vocaboli che la mente dell'immaturo patologico non è in grado di comprendere ed attuare. Potete immaginare il disagio di una persona che anche a 50 anni continua a vedere la vita come quando ne aveva 5. Nel tentativo di evitare la sofferenza degli adulti, questa persona vivrà una sofferenza ancora più grande: il disadattamento alla vita. Possono essere vittime di immaturità psicoaffettiva i figli di genitori deboli o depressi o che li hanno amati poco o che erano affetti da una personalità dipendente. 
Per vincere i disagi provocati dalla sindrome di Peter Pan occorre una corretta psicoterapia, ma anche tanta comprensione e perdono. Il Peter Pan ha paura di crescere perchè ha paura di amare, perchè non gli è stato insegnato ad amare o perchè non è stato amato e, conseguetemente, si ama poco. Chi non sa amare si pone sempre come un bimbo che cerca di ricevere, invece che di dare. 
La prima mossa per venir fuori dalla sindrome è imparare ad amarsi per poter amare. Su questa strada diminuiranno anche i disturbi psicosomatici e quelli psicologici. 
Secondo passo: bisogna elaborare la causa della sofferenza passata alla base della sindrome ed accettarla per quello che è: un fatto immutabile. 
Terzo passo: imparare ad accettarsi con i propri limiti, anche quello di sentirsi sempre degli adolescenti. 
Per superare le condizioni più gravi, come il rifiuto delle responsabilità quotidiane o la tendenza a cercare solo il lato piacevole delle cose della vita, escludendo gli aspetti negativi (che non venendo accettati causano ansia o depressione), è indispensabile una psicoterapia anche ad indirizzo cognitivo comportamentale.

mercoledì 6 marzo 2013

SINTOMI DEL DISTURBO DA ATTACCO DI PANICO


I criteri diagnostici per l’attacco di Panico secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:
Un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti:
  1. palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
  2. sudorazione
  3. tremori fini o a grandi scosse
  4. dispnea o sensazione di soffocamento
  5. sensazione di asfissia
  6. dolore o fastidio al petto
  7. nausea o disturbi addominali
  8. sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
  9. derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  10. paura di perdere il controllo o di impazzire
  11. paura di morire
  12. parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  13. brividi o vampate di calore.
*American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision.Edizione Italiana: Masson, Milano.

martedì 5 marzo 2013

DERMATOSI PSICOSOMATICHE


La pelle rappresenta l'involucro protettivo e insieme di contatto con il mondo esterno. Struttura di confine fra il sé ed il non sé è forse più di ogni altra parte del corpo implicata nelle vicende psico-emotive dell'individuo.
Già osservando con attenzione un bambino nei primi mesi di vita, non possiamo non avvertire l'intensità comunicativa dei reciproci contatti cutanei tra madre e bambino in termini di carezze, abbracci e vari altri tipi di stimolazioni ed esplorazioni. Osservazioni sul bambino piccolo e correlate indagini psicoanalitiche ci hanno fatto capire quanto sia importante la pelle come fattore di organizzazione dell'identità e delle funzioni dell'Io.
Anche nella quotidianità possiamo intravedere i profondi legami fra psiche e pelle. il nostro linguaggio è ricchissimo di "modi di dire" che sottolineano la mediazione della pelle in molte nostre èmozioni e stati d'animo. "Rosso dalla vergogna", "bianco dalla paura", "ho la pelle d'oca", sono espressioni che coloriscono comunemente il nostro modo di parlare, mentre cambiamenti dello stato fisiologico della pelle accompagnano effettivamente stati emotivi come collera, paura, vergogna, ansia, ecc.. Cambiamenti anche di lieve entità, come il calore o la sudorazione delle mani, possono essere un importante segnale di vissuto emozionale, ed essere parte integrante della cosiddetta comunicazione non verbale. Non dobbiamo quindi stupirci se anche molte malattie dermatologiche, del tutto o in parte, possano essere correlate alla presenza di conflitti psicologici che proprio attraverso la pelle possono esprimersi ed esteriorizzarsi. Si potrebbe affermare che la pelle è, insieme agli occhi, l'altro specchio dell'anima.
I dermatologi hanno da sempre considerato il fattore psichico come cofattore patogenetico di moltissime dermatopatie. Al di là delle implicazioni e delle teorizzazioni di psicologia e di psicodinamica, è di comune riscontro clinico una componente eziopatogenetica emozionale in gran parte delle malattie della pelle. In alcune di queste tale componente appare più evidente e più fortemente condizionante, configurando i quadri delle cosiddette "dermatosi psicosomatiche", come orticaria, dermatite atopica, alopecia areata, psoriasi etc.

Orticaria -In un terzo delle orticarie gli stimoli psicogeni sembrano avere un i ruolo scatenante o aggravante. I pazienti con orticaria sono spesso ansiosi, depressi e provano sensazioni di inadeguatezza. Altri autori segnalano tensioni e difficoltà nelle relazioni a livello lavorativo, scolastico o familiare. Le personalità che sembrano predominare sono la iperemotivo-ansiosa, la insicuro-astenica e la aggressivo-irritabile. Nei pazienti orticariani viene descritta anche la ricerca di protezione da parte dello psichiatra e dello psicoterapeuta nel tentativo di un superamento della loro inibizione, passività e condizione regressiva.
Dermatite atopica - Tutti i sintomi della dermatite atopica possono recidivare o aggravarsi in occasione di stress e conflitti psicologici, come possiamo riscontrare in numerose ricerche. In molti casi è stato riscontrato, a dimostrazione dell'influenza dell'ambiente familiare, che in famiglie dalle caratteristiche "morali/religiose" i sintomi sono più gravi e più numerosi rispetto a famiglie "indipendenti/organizzate". Importante il rapporto con la madre e con le persone significative in genere: insieme ad una variabile che è congenita, ne esiste una seconda fortemente condizionata dal tipo e dall'intensità dei rapporti affettivi. Da altri studi emerge inoltre che la maggior parte di questi pazienti soffre di nevrosi d'ansia ed è caratterizzata da grande passività nel comportamento. Fino ad oggi comunque non è stata individuata una struttura psicologica comune a tutti i pazienti, anche se emergono elementi ricorrenti come labilità emozionale, sentimenti di indipendenza, difficoltà sessuali ed una spiccata tendenza a rivolgere gli impulsi aggressivi verso di sé piuttosto che contro bersagli esterni.
Acne -Sono note a tutti le componenti somato-psichiche della malattia acneica, e più volte è stato ribadito che l'acne può condizionare seriamente lo sviluppo della personalità del giovane. Ansia, tensione, autosvalutazione fino alla riduzione dei contatti con gli altri e con l'altro sesso ed in certi casi fino al ritiro sociale con scarso rendimento scolastico e lavorativo sono i sintomi psicologici indotti dalla malattia somatica. Più controverso, anche se da molti accettato, il ruolo dei fattori psicologici nel determinismo dell'acne. Si è parlato di scarsa forza dell'Io, di insicurezza e sottomissione e di scarsa tolleranza alle frustrazioni dell'ambiente. Altra situazione, se vogliamo paradossale, è quella nella quale le manifestazioni acneiche sono una patologia atta ad alleviare l'ansia del paziente. L'acne diventa in questi casi un alibi per ridurre le occasioni, per alcuni molto ansiogene, di incontro con gli altri. La scomparsa delle lesioni acneiche, ottenuta con le varie terapie, può creare grosse difficoltà di adattamento alle nuove situazioni.
Alopecia androgenetica - In questa patologia, anche se lo stress può essere un fattore aggravante o precipitante della caduta, l'affezione è considerata principalmente somatopsichica, cioè caratterizzata da disagi psicologici questa volta conseguenti a disturbi corporei. Lo stress e l'ansia che accompagna la caduta di ogni capello possono veramente, se non contenuti o elaborati, trasformarsi una "tragedia irreparabile", come diceva D'Annunzio.
Psoriasi -Le cause ipotizzate sono fattore basale ereditario e fattori scatenanti legati allo stress. Nei casi studiati vengono spesso rilevati presenza di ansia e tratti narcisistici del carattere. Si descrive esso come il realizzarsi di una fuga nella malattia da parte di molti psoriasici nel tentativo di sottrarsi alle problematiche della vita e alle difficoltà dei rapporti interpersonali. È come se la protesta e 1'aggressività prenda in questi casi la via linguaggio corporeo e sia la cute a gridare a tutti la protesta dell'Io.


TERAPIA DELLE DERMATOSI PSICOSOMATICHE

Medicina psicosomatica significa soprattutto reintrodurre 1'elemento umano nostro rapporto col malato. Nella raccolta dei dati dovrà essere di fondamentale importanza conoscere la sua condizione sociale, avere notizie del suo ambiente lavorativo e della sua situazione psicoaffettiva. Ogni atto medico ha anche un valore terapeutico e quindi la cura comincerà già al primo colloquio col paziente. Il paziente dovrà essere messo a suo agio, si dovrà con molto tatto metterlo al corrente che la "malattia della pelle" può avere a che fare con "certi suoi problemi psicologici", bisognerà aiutarlo a parlare e saperlo ascoltare, perché sappiamo che spesso è caratteristico della personalità del portatore di psicosomatosi non saper verbalizzare le proprie emozioni ed i propri vissuti. Si deve soprattutto sapere quando e quale è il caso nel quale si devono coinvolgere lo psichiatra, lo psicoterapeuta o altri operatori a rete già predisposta, si auspica, a farsi carico in modo adeguato e completo caso psicosomatico".
Al trattamento dermatologico di base si dovrà allora spesso affiancare e, in alcuni casi, dare la precedenza alla psicofarmacologia, con tutti gli efficaci farmaci di ultima generazione, e alla psicoterapia. Di quest'ultima si raccomandano alcune metodiche particolarmente efficaci nelle malattie psicosomatiche come la psicanalisi, la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia breve, le psicoterapie corporee e le varie terapie di rilassamento. Da non dimenticare poi e da non sottovalutare una igiene di vita basata sulla famiglia, sulla professione, sullo Sport e sulle vere amicizie. Solo così la cura della pelle, altro specchio dell'anima, sarà completa.

fonte: http://www.bioenergetica.it/Contenuti/Psicosomatica/LA_PSICOSOMATICA_DELLA_PELLE_di_Pietro_Paolo_Rossi/

TEST SUL DISTURBO BORDELINE DI PERSONALITA'


1. Tendi ad attuare sforzi disperati per evitare un reale o immaginario abbandono o separazione ?;

2. Le tue relazioni interpersonali sono instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione dell’altro ?;
3. Presenti un alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili (ad esempio eterosessuale o omosessuale, adeguato o inadeguato)?;
4. Tendi ad essere impulsivo in almeno due aree che sono potenzialmente dannose (quali spendere oltre misura, sessualità promiscua, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate etc.) ?;
5. Metti in atto ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamenti autolesionistici?;
6. Hai un’ instabilità affettiva dovuto ad un umore sensibile (es. irritabilità e ansia, che di solito durano poche ore e, soltanto più raramente più di pochi giorni o cambi umore più volte al giorno) ?;
7. Avverti delle sensazioni croniche di vuoto ?;
8. Hai una rabbia immotivata ed intensa o difficoltà a controllare la rabbia (es. frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici etc.);
9. Presenti dei pensieri paranoici o brevi ma gravi sintomi dissociativi, legati a situazioni di angoscia e/o di stress ?.

Sei hai risposto SI ad almeno 5 domande è possibile che tu possa soffrire di Disturbo Borderline di Personalità. Questo test non ha valore diagnostico, ma solo divulgativo, quindi ti consiglio di rivolgerti ad uno specialista per un approfondimento clinico.
Tutti i diritti riservati